Apprendisti stregoni

di FM Aurelio Colmenares

Negli ultimi anni mi sono chiesto spesso cosa fosse un circolo di scacchi, e se ne avessi mai fatto parte di uno. Infatti, che cos’è? Una squadra di giocatori? Un gruppo di amici masochisti? Un’associazione di persone che seguono un comune interesse o ideale?

Non so bene come rispondere, ma nell’attesa di un’illuminazione divina, ho seguito a distanza quello che succedeva in Ticino, soprattutto nei campionati giovanili, e forse, uno spunto per una risposta è lì, davanti agli occhi di tutti.

Da ragazzo non capivo perché da buon luganese mi toccasse sempre andare nell’alto Ticino per disputare i tornei giovanili, mi chiedevo perché non potessero organizzare i tornei nei nuclei urbani più abitati e più facilmente raggiungibili (non so quante volte sono stato all’aerodromo di Lodrino).

Dopo, con il tempo ho cominciato a capire la dinamica dello scacchismo ticinese. Sopra il Ceneri dei personaggi silenziosi promuovevano gli scacchi tra i giovani. Penso a Sonzogni, Laube, Cittadini. Sotto invece, delle forti squadre, il Lugano di Kalatchoff – l’ultimo grande presidente del CS Lugano e organizzatore della gloriosa manifestazione “Scacco alla Piazza” – e il Mendrisio di Cavadini, competevano nelle massime leghe svizzere.

Vent’anni dopo la dinamica è quasi la stessa, a parte che il secolare circolo di Lugano è stato smantellato e non ne rimane che un triste ricordo. Tuttavia, dove c‘è ombra ci deve essere per forza luce, e una bella novità si è manifestata ad Ascona, casualmente nella scuola in cui ho studiato: la scuola scacchi collegio Papio.

Fa davvero piacere notare che un signore garbato come Silverio Demarchi, sia riuscito a fondare una scuola dal nulla, dimostrando che per creare un vero circolo non ci vogliano né Grandi Maestri, né grandi mezzi. Ci vogliono solo pazienza, passione e buona volontà. Tutto il mio elogio va a lui, alla sua scuola e ai suoi ragazzi.

Nel recente campionato svizzero giovanile a Prangins ho visto i fratelli Stroll, i fratelli Trevisan ed Ireneo Ghisla destreggiarsi con molta abilità sulle sessanta quattro caselle, e mi permetterò qui di analizzare le loro partite, sperando che non siano le ultime.

È stato commovente vedere come questi giovani si comportino Silverio, con quale naturale riverenza si recassero da loro maestro dopo ogni partita per mostrare i loro formulari di partita. Mi auguro, nel mio modesto operato a Ginevra, che un giorno i miei pupilli si comporteranno allo stesso modo con me.

Per chiudere le analisi presenterò la mia simpatica miniatura contro il GM Clovis Verney.






Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *