Riflessioni sul finale Re, Alfiere e Cavallo contro Re
Analizzando la grande banca dati di Chessbase con oltre 5 milioni di partite dal medioevo ai giorni nostri si scoprono solo poco più di 1’000 partite con un finale di Re, Alfiere e Cavallo contro Re. La probabilità di essere confrontati con questo finale è quindi molto piccola (1 su 5’000) e ciò rende questo finale poco attraente allo studio. Personalmente ho vinto due partite con questo finale in circa 1’000 incontri (la mia statistica è quindi di 1 su 500!). Ricordo in particolare la prima partita giocata oltre 20 anni fa all’Open Ticino svoltosi al Palapenz di Chiasso. Dopo aver perso l’ultimo Pedone il mio avversario abbandonò subito la partita. Alla domanda sul perché di questo rapido abbandono ricevetti la risposta che aveva controllato il mio punteggio ELO e vedendo che era superiore a 1800 ne ha dedotto che conoscessi sicuramente il modo di mattare con Alfiere e Cavallo!
Al recente Gran Prix femminile di Ginevra, a cui parteciparono 12 tra le migliori scacchiste del mondo, la giovane promessa russa Olga Girya si trovò a dover giocare con solo il Re contro il Cavallo e l’Alfiere della neo campionessa del mondo Anna Ushenina 2491 ELO. Olga non si lasciò impressionare dall’Elo e dai titoli dell’avversaria, ma continuò a giocare. Sorprendendo tutti ebbe ragione perché la campionessa del mondo di scacchi non è stata in grado di dare matto entro le 50 mosse e dovette infine accettare la patta!
Che dire? Come dice il detto: “Nessuno ha mai vinto una partita abbandonando” e nemmeno ottenuto una patta.
Ritornando alla banca dati di Chessbase, delle 1’000 partite citate oltre 200 finirono pari con un punteggio Elo medio di oltre 2100 punti per i giocatori che avevano il Cavallo e l’Alfiere. Da altri dati statistici si ricava che solo l’1% dei giocatori con 2000 Elo è in grado di dare matto con il Cavallo e l’Alfiere in meno di 5 minuti.
Al torneo di Monaco del 1994 la più forte giocatrice al mondo Judith Polgar riuscì a dare matto in meno di 4 minuti contro Ljubojevic. Logico, direte, ma a Monaco si giocava alla cieca!
Se ora vi venuta voglia di ristudiare questo finale e state pensando di riprendere in soffitta il vostro vecchio manuale di scacchi, vi do un consiglio: Non fatelo! Piuttosto cercate “Delétang scacchi” su google e studiate il metodo dei triangoli di Delétang. Il francese Daniel Delétang, di cui non troverete nessuna partita su Chessbase, è stato il primo che nel 1923 ha pubblicato sulla rivista la “La Stratégie” un metodo logico di come dare matto con il Cavallo e l’Alfiere. Purtroppo il suo metodo è stato ignorato dai principali manuali di scacchi redatti anche da rinomati autori (per es. Keres, Dvoretzky, Averbach, Jussupov, Tal,…) e continua a essere trascurato ancora oggi.
In una conferenza tenutasi al torneo di Bienne il GM Vlastimil Hort disse ironicamente ma forse con un pizzico di verità: “Vi avverto! Diffidate dai consigli dei Grandi Maestri! Il loro obbiettivo principale è quello di confondere le menti dei loro possibili futuri avversari!”
Nelle tre schede annesse vi propongo alcuni problemi tratti dal campionato giovanile delle Germania.