Articolo di Andrea Stern pubblicato su Ticinonline/20 Minuti l’11 giugno 2012. Link: Tio
Lui è il 19enne Fabiano Caruana, numero 8 al mondo e luganese d’adozione.
LUGANO – Torna l’estate e tornano i giocatori di scacchi in piazza a Lugano. Dallo sbarbatello principiante all’attempato intenditore, sono in molti a tentare la loro chance sulla maxi-scacchiera di Piazza della Riforma, magari dandosi un’aria da intellettuale per impressionare avversario e pubblico. Ma tutti, proprio tutti, impallidiscono quando in piazza giunge lui, Fabiano, un ragazzo timido e riservato con l’aria di Harry Potter.
Il maghetto, infatti, per intero si chiama Fabiano Caruana, ha 19 anni ed è numero 8 al mondo nella classifica della Federazione internazionale degli Scacchi, nonché miglior scacchista italiano in assoluto e più giovane Gran Maestro della storia. Nato in Florida da genitori italo-americani, dal 2008 vive con la famiglia in centro a Lugano, anche se la sua vita si svolge in gran parte in giro per il mondo, tra un torneo e l’altro.
Sulle rive del Ceresio ci viene per ricaricarsi, sotto la costante supervisione dei genitori, i quali centellinano gli impegni del loro figlio prodigio. La sua vita è organizzata e finalizzata verso la vetta mondiale degli scacchi, quel primo posto in classifica attualmente occupato da un altro giovane fenomeno, il norvegese Magnus Carlsen.
Fabiano si allena ogni giorno per almeno 6 ore. Poi ogni tanto, per divagare, va a passeggiare sul Lungolago. Dove, se il richiamo della tavola a quadrati si fa troppo forte, si ferma a fare un paio di mosse con gli ignari giocatori del posto. “La prima volta che ho giocato con lui ci sono rimasto di stucco” ci dice un habitué. “È su livelli siderali, imbattibile per noi comuni mortali” spiega un altro.
Quello di Fabiano, infatti, è un talento purissimo, che gli ha permesso di diventare Gran Maestro all’età di soli 14 anni. Da allora vive di scacchi e vaga il mondo con appresso i genitori, che fungono da allenatori, preparatori e manager. Manager severissimi che concedono ben pochi sgarri alla rigida disciplina di vita del giovane Fabiano. Niente serate, niente discoteche, niente pazzie. Perché l’unico matto, qui, dev’essere lo scacco.